L'origine del tiro a segno in Italia, sia per finalità ed ideali che per datazione, è strettamente legata alla creazione dell'Italia Unita. Infatti è del 1° aprile 1861 il Regio Decreto con il quale si stabiliva che in ogni comune o gruppo di comuni si istituissero tiri comunali, mandamentali e provinciali, affinché “l'esercizio del maneggio delle armi fosse un metodo di educazione cittadina, lo spirito di emulazione si destasse tra i tiratori dei diversi luoghi, premiando quelli che si distinguessero per la migliore precisione dei tiri”.
La fondazione
A seguito di detto decreto sorgeva in Perugia, il 28 marzo 1862, per l'iniziativa e lo slancio di circa 400 aderenti, una “Associazione del tiro Nazionale” promossa da Francesco Guardabassi, Antonio Cesarei, Nicola Baduel, Luigi Cancelletti, Gaetano Marocchi, Raffaele Omicidi, Tommaso Rossi, Adone Schioccolini, Filippo Tantini, Carlo Bruschi e Giulio Zucchetti. Si costituiva così nella neonata Italia dell'epoca una tra le prime società nazionali di “Tiro al Bersaglio”.
Questa iniziativa fu così apprezzata che il Sindaco poteva comunicare al conte Antonio Cesarei, con lettera del 26 maggio 1862 n° 8799, “Mi è sommamente grato di rimettere alla S.V. Ill.ma una copia conforme del dispaccio del valoroso Generale Giuseppe Garibaldi in data 21 stante nel quale si compiace di accettare la presidenza offertagli dalla Società del tiro a segno nazionale di Perugia. La Presidenza del prode Garibaldi e le patriottiche ed affettuose parole ch'Egli rivolge a questa Città verranno certamente a ridestare più che mai in ogni animo lo zelo per la lodevolissima istituzione, e questi sentimenti di amore all'Italia ed al Re non mai smentiti dai nostri concittadini”.
Costituita la società, i rendeva ora necessario realizzare gli impianti di tiro. Per ovviare a questo requisito fondamentale, in un primo momento si cercò di adattare a campo di tiro un appezzamento di terreno di proprietà della Confraternita di S. Francesco, situato al Piano di Massiano. E' interessante notare come tuttora questa località, posta nella immediata periferia della città, ospiti quasi tutti gli impianti sportivi della città stessa, rappresentando di fatto il polo sportivo di Perugia: è qui infatti che sorge lo stadio di calcio “Renato Curi”, ma è sempre a Pian di Massiano che il PalaEvangelisti ospita anche le partite di volley maschile e femminile, il calcio a 5 e gli sport da combattimento. Per la realizzazione del primo impianto di tiro furono eseguiti dei lavori di concerto con il capitano del Genio Militare, per un importo di L. 87,89 , ma sorsero varie difficoltà che provocarono la caduta del progetto. Ci si orientò allora su di un terreno situato fuori dalla porta Romana, all'interno dell'orto anteriore alla chiesa di S. Pietro, nel quale già dal 1851 (come si apprende da una notificazione della commissione municipale di Perugia, la n. 3954 del 16 maggio), la guarnigione delle truppe imperiali austriache si esercitava nel “tiro del fucile al bersaglio”, tirando tutti i giorni non festivi dalle ore cinque alle ore dieci antimeridiane e dalle ore due alle sette pomeridiane. La presenza di truppe austriache non deve meravigliare in quanto, come ricorda Ugaccione Ranieri di Sorbello nel suo Perugia della bell'epoca, “Il Papa, rientrato in Vaticano dopo la caduta di Roma nel '49, aveva ceduto in parte agli austriaci perfino l'amministrazione della giustizia”. Sembrava quindi che fosse stata finalmente individuata la sede giusta. Di ciò si ebbe certezza quando il 10 maggio 1862 fu finalmente stipulata una convenzione per l'uso del terreno tra il Padre Cellerario di S. Pietro e Fabio Marcarelli, deputato della commissione del tiro a segno.
Una sede permanente
E' possibile oggi rivendicare, con un pizzico di soddisfazione e di vanto, che da quella dislocazione il tiro a segno di Perugia non si è più spostato: infatti la sede della Sezione TSN di Perugia è ancora lì, in Via Borgo XX Giugno n. 28, sia pure con impianti ridimensionati e con la città che gli è cresciuta intorno, ma con l'orgoglio di aver rappresentato e di costituire tuttora un forte elemento di identificazione per i nostri cittadini, nonché una testimonianza viva di quel fremito di libertà che già nel 1859 aveva spinto Perugia a ribellarsi al dominio dello Stato Pontificio.
I primi concorsi
L'apertura ufficiale del tiro a segno ebbe luogo il 14 Settembre 1862 alle ore 10:30 alla presenza delle autorità. Per l'occasione il Sindaco dispose che il direttore della banda, Napoleone Bellocci, accedesse nell'area dell'impianto per “vieppiù festeggiare tale solenne apertura e che nelle ore pomeridiane il concerto allietasse il pubblico dalle ore 23 alle una di notte presso il nuovo borgo di S. Pietro”. A seguire l'inaugurazione del 14 settembre, il 5 di ottobre si aprì un concorso e vennero conferiti sei premi, tre dei quali destinati ai tiratori che eseguirono il colpo più centrale e tre riservati a quelli che fecero il maggior numero di punti. Vennero anche accordate delle medaglie d'argento come premio giornaliero ai tiratori che si fossero distinti in modo particolare.
Dopo i fasti della fondazione e del primo concorso, varie furono le vicissitudini che caratterizzarono gli anni successivi a quei fatidici eventi. In primis, i problemi relativi alla sede sociale: vi furono grandi difficoltà per le rifiniture, dopo che nonostante la carenza di mezzi si era comunque riusciti, con grandi sacrifici, a dare inizio ai lavori. Poi si dovette fronteggiare la penuria relativa alla dotazione di armi, il cui numero era altamente insufficiente: alcune armi di precisione furono gentilmente prestate da qualche cittadino, oltre ad otto carabine donate dal colonnello comandante della Guardia Nazionale, ma nel complesso le armi erano troppo poche e non bastavano. Diversi furono poi i problemi che via via si dovettero affrontare al fine di rendere il poligono sempre più sicuro e aderente alle richieste di chi lo frequentava (tra queste una delle più sentite era la possibilità di disporre di linee di tiro fino alla distanza di 400 metri).
Nel 1882 fu promulgata la legge n. 883 che istituiva il tiro a segno nazionale attribuendogli specifiche competenze in ambito addestrativo e sportivo: in pratica tutte le società di tiro a segno operanti nel Regno ebbero la possibilità di trasformarsi in Sezioni del Tiro a Segno Nazionale per poter usufruire dei notevoli benefici previsti dalla legge. Perugia non mancò all'appello e prontamente si adeguò ai nuovi ordinamenti, assumendo nel contempo anche la nuova denominazione.
Una rappresentativa perugina partecipò alla prima gara Nazionale di Roma del 1890, conquistando un bellissimo labaro di raso blu con ricami in oro, donato dalle Signore di Pisa, che ancora oggi arricchisce il salone sociale della Sezione.
Il TSN ricorda la rivolta del XX giugno
Nel settembre del 1894, precisamente il giorno 8, ultimati i lavori per le tanto attese linee a 400 metri, il presidente Conte Rodolfo Pucci Boncambi inaugurò il nuovo campo di tiro alla presenza del Generale Mocenni, ministro della guerra. Questi fu intitolato “Campo di tiro XX Giugno”, a perenne ricordo di quella nefasta data che aveva visto le truppe mercenarie di Roma soffocare nel sangue la coraggiosa insurrezione del 1859.
In verità il famoso “Venti Giugno” di Perugia aveva avuto inizio sei giorni prima, alle ore 11 del mattino di martedì 14. Tra le acclamazioni della folla che gremiva il Corso, Francesco Guardabassi (che fu tra i primi promotori del tiro a segno), Zeffirino Faina e Tiberio Berardi entrarono con decisione nel palazzo dei Priori, ove furono raggiunti da Nicola Danzetta e da Carlo Bruschi (anche lui figura insieme a al Guardabassi tra i promotori del tiro a segno). Una volta entrati a palazzo, i rivoltosi irruppero nella sala dove il delegato apostolico Monsignor Giordani teneva consiglio. Dopo alcuni momenti concitati fu concesso a Giordani un salvacondotto per potersi rifugiare a Foligno, ma i ribelli ottennero l'abbandono della città da parte di tutta la guarnigione pontificia e di fatto il controllo della stessa; dunque vi istituirono un governo provvisorio. Ovviamente Roma non poteva tollerare di perdere il controllo sulla città e ordinò immediatamente che un battaglione di 2.000 svizzeri partisse alla volta di Perugia per sedare la rivolta. A capo di questo piccolo esercito, formato perlopiù da mercenari, fu posto il grasso e spietato Schmidt, al quale furono date precise direttive tra le quali l'autorizzazione al saccheggio della città, una volta ripreso il controllo della stessa. Nonostante la chiamata generale rivolta al popolo dal governo provvisorio, le truppe svizzere ebbero facilmente la meglio dei male armati cittadini e tornarono in controllo della città.
Il Re inaugura la nuova linea di tiro
Ma torniamo al nostro 8 settembre 1894, giorno dell'inaugurazione della nuova linea di tiro da 400 metri. Questa avvenne alla presenza del Re: e sotto l'alto patronato del Principe di Piemonte si diede inizio alle 9° gara provinciale. Una lapide, scoperta il 1° settembre 1907 in occasione del XXV anniversario di fondazione della società è ancora presente all'interno dell'attuale poligono, ricorda l'anniversario con le parole dell'avv. Francesco Innamorati: “La nuova Società sorta per la legge del 1882 poté l'8 settembre 1894 presidente il Conte Rodolfo Pucci Boncambi aprire la gara provinciale nella palestra addatata alla cresciuta potenza delle armi”.
Grazie ad ulteriori lavori nel 1907 il poligono aveva le seguenti caratteristiche: 12 linee per il fucile con fosse per i bersagli a metri 100, 200, 300 e 400; 3 linee per la rivoltella a m.30 e tre a m. 50; non meno di 4 linee per il Flobert. Nel 1909 a Perugia, nella ricorrenza del 50° anniversario dei fatti del 1859, il Comune promosse una serie di manifestazioni a ricordo di quell'evento, tra cui l'inaugurazione di un monumento all'interno dei giardini del Frontone. Nell'occasione anche la Sezione di Tiro a Segno intese celebrare a suo modo l'eroico sacrificio di quei suoi concittadini che avevano lottato per l'indipendenza dallo Stato Pontificio, istituendo per sua iniziativa e con il contributo di tutte le Società di Tiro a Segno della Provincia lo “Scudo Umbro”, prestigioso trofeo che doveva costituire il primo premio della categoria Tiro Collettivo. Venne messo in palio la prima volta il 20 Giugno 1909 e ad aggiudicarselo fu proprio la Sezione di Perugia. Da allora quasi ininterrottamente ogni anno la disputa di questo trofeo, così come quello della “Bandiera Umbra d'Onore”, rappresenta il momento agonisticamente più sentito nella nostra Regione.
Balzando in avanti di oltre un ventennio, il 17 aprile 1930 venne promulgata la legge 479 riguardante la riforma della legge sul tiro a segno nazionale. Questa prevedeva all'art. 3 che “la Sezione è retta, amministrata e rappresentata da un ufficiale della Milizia Volontaria per la Sicurezza Nazionale”. Nell'archivio della Sezione di Perugia è conservato il verbale di passaggio di consegne, datato 31 maggio 1930, tra l'allora Presidente Medruzza Dr. Cav. Giovanni e il nuovo Presidente console della 102° legione Mvsn cav. Renato Tradardi. Da questo documento e dalla sua minuziosità inventariale emergono chiaramente i contorni, non solo materiali, di cosa rappresentava l'istituzione del Tiro a Segno e quanta cura e passione fossero state profuse per assicurarne il funzionamento e il promuoverne il progresso, facendo si che giungesse quasi intatto fino a noi. Parte integrante di questo verbale è una pianta in scala 1/1000 che fotografa la Sezione nel 1930. Purtroppo il terribile vento del '39 iniziò a soffiare sull'Europa portando con sé quella immane tragedia che fu il Secondo conflitto mondiale. Anche in quegli anni il Tiro a Segno incrociò, suo malgrado, la sua storia con quella della città, questa volta con una pagina buia, terribile, durante un combattimento nelle campagne di Bettona. Il 16 marzo 1944 furono catturati dai tedeschi 9 partigiani tra cui il giovane Mario Grecchi, comandante della formazione partigiana chiamata Brigata Leoni e medaglia d'oro al valor militare. I nove furono tutti barbaramente uccisi il giorno seguente proprio all'interno del poligono, che da quel giorno viene anche ricordato dalla popolazione più anziana come “campo dei nove martiri”. La liberazione avvenne tre mesi più tardi da parte delle truppe britanniche, che entrarono a Perugia in un altro fatidico 20 giugno, una data che quindi lega con un doppio filo indissolubile la storia della città a quella del nostro poligono.
Agli inizi degli anni '60 il poligono venne fortemente ridimensionato: la lunghezza originale di 400 metri fu ridotta a 100 e la parte così recuperata fu così trasferita dal demanio militare a quello civile, ed infine da quest'ultimo fu assegnata al Tennis Club Perugia. L'intero complesso del poligono assunse così le definitive ed attuali dimensioni. Oggi gli impianti di cui la Sezione dispone sono: 12 linee a m. 50 per carabina e pistola di piccolo calibro; 14 linee a m. 25 per pistola di piccolo e grosso calibro; 7 linee indoor per armi ad aria compressa.
I riconoscimenti ufficiali
Il primo riconoscimento ufficiale per l'attività sportiva svolta e l'impegno profuso il favore del tiro a segno giunse nel 1966, quando l'Unione Italiana Tiro a Segno (UITS) volle premiare la Sezione con un diploma e una medaglia d'argento. Otto anni più tardi, nel 1974, arrivò una seconda medaglia, stavolta del metallo più pregiato.
Anche il CONI ha voluto riconoscere negli anni il merito sportivo della nostra antica società e lo ha fatto ufficialmente nel 1973 con la Stella d'argento al merito sportivo. Ma è nel 1988 che arriva, sempre da parte del CONI, il riconoscimento più ambito per ogni società sportiva, la consegna della massima onorificenza: la Stella d'Oro al merito sportivo.
Un punto di riferimento per tutta la città
Descrivendo anche se sommariamente il profilo storico e sportivo della Sezione, sentiamo il dovere di citare anche l'anima istituzionale della nostra struttura. Come già ricordato le Sezioni di Tiro a Segno Nazionale nascono per volontà legislativa al fine di consentire e certificare l'addestramento all'uso delle armi. Questa importante necessità, pur adeguandosi agli svariati momenti storici che il nostro paese ha attraversato, non è mai venuta meno; partendo da un addestramento di tipo prevalentemente militare, col tempo si è giunti al giorno d'oggi a soddisfare le esigenze di chi per hobby o per lavoro ha necessità di acquistare e portare un'arma da fuoco, lunga (fucile per uso caccia o per tiro a volo) o corta (pistola per difesa personale o come dotazione per Agenti di polizia locale). Queste necessità hanno sempre trovato presso la nostra Sezione una puntuale ed attenta risposta. Tutta l'attività viene svolta da istruttori di tiro altamente preparati, in possesso delle previste licenze e soprattutto della qualifica di istruttore istituzionale, che la UITS conferisce solo dopo aver frequentato con merito un apposito corso.
Marco Billi